E se la crisi dei microchip fosse il nuovo shock petrolifero?

Nel 1973, in seguito alla guerra del Kippur tra Israele, Egitto e Siria, l’OPEC iniziò una serie vorticosa di rialzi del prezzo del petrolio. Il petrolio era l’unica fonte energetica utilizzata dai paesi occidentali e l’aumento del costo dell’energia, portò ad un aumento dei costi di produzione. Conseguentemente ci fu un  aumento generalizzato dei prezzi al consumo. L’inflazione in Italia ed in Europa in generale, negli anni successivi raggiunse  addirittura la doppia cifra.

Perché il solo aumento del petrolio portò a queste conseguenze?

Il petrolio era la principale fonte energetica e i paesi esportatori di petrolio erano principalmente nel medio oriente, avversari di Israele.  Quindi essere dipendenti da una sola fonte energetica in mano ad un numero limitato di stati, fu una combinazione di cause che scatenò l’aumento dei prezzi. Solamente negli anni successivi si iniziarono a cercare in maniera determinata, altre fonti energetiche; in primis l’energia nucleare e anche altri stati iniziarono (con enorme successo come in Norvegia) ricerche di giacimenti petroliferi.

La crisi dei semiconduttori ha delle similitudini?

Come il petrolio negli anni ’70, i semiconduttori sono oggi un elemento essenziale per la produzione di microchip utilizzati per qualsiasi produzione industriale. I microchip vengono utilizzati in tutti i settori: dall’industria automobilistica, agli elettrodomestici per arrivare alle applicazioni in campo medico. Quindi sono fondamentali per qualsiasi tipo di produzione. Ma chi li produce?   A livello mondiale, il 60% viene prodotto a Taiwan dove l’azienda TMSC è leader indiscusso. Un altro 20% circa è prodotto in Corea del Sud e percentuali inferiori al 10% sono prodotte tra Usa e Cina. Quindi proprio come per il petrolio negli anni 70, questa è diventata una materia prima che è in mano a pochi paesi, per di più con tensioni politiche tra di loro proprio come quelle presenti negli anni della guerra del Kippur (vedi le tensioni tra Cina e Taiwan).

La storia si ripete?

Proprio come negli anni 70 , il rialzo dei prezzi dei microchip (che possiamo considerare il nuovo petrolio) sta portando ad un aumento generalizzato dei prezzi di produzione. La domanda di questi prodotti è cresciuta notevolmente e la produzione non riesce a seguire la domanda, anche a causa della mancanza delle materie prime necessarie per la produzione di semiconduttori. Per la legge della domanda e dell’offerta, ad un aumento della domanda non accompagnato da un adeguato aumento dell’offerta, il prezzo tende a crescere, con potenziali ripercussioni sui prezzi al consumo finale, ed è quello che sta accadendo.

Quali sono i rischi futuri?

Nel programma “Next GenerationEU” , l’Unione Europea ha stanziato fondi proprio allo scopo di ridurre questa dipendenza dall’estero. La speranza è che ci si riesca in fretta, altrimenti  rischiamo che, come negli anni ’70, il tempo necessario per affrancarci dalle forniture dall’estero sia troppo e i prezzi nel frattempo potrebbero salire a livelli tali da mettere in crisi le politiche monetarie dei vari stati.