- 24 Ottobre 2022
- Posted by: Emanuele Infriccioli
- Categories: Finanziamenti, Investimenti
Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un fenomeno che sembrava quasi estinto: Il rialzo dei tassi di interesse da parte delle Banche Centrali di tutto il mondo (o quasi). Questo ha portato ad un rialzo nei rendimenti dei titoli di stato. Nel 2020 infatti, e fino alla metà del 2021, i rendimenti dei titoli di stato erano negativi quasi ovunque, soprattutto per le durate brevi; ora lo sono solo in Giappone.
Quale è la causa di questo cambio di scenario? L’inflazione, che sta crescendo praticamente in tutto il mondo.
Cosa provoca l’inflazione?
L’inflazione può essere causata da più fattori ma sono principalmente due quelli che in questo momento la stanno scatenando nelle due sponde dell’oceano: una forte crescita della domanda di beni e servizi e il rialzo dei prezzi energetici. Negli USA la forte crescita economica ha creato una inflazione da domanda di beni e servizi, mentre in Europa è il forte aumento dei prezzi dell’energia ad aver infiammato l’inflazione. Infatti i prezzi alla produzione, a causa dell’aumento dei costi dell’energia, provocano a cascata un aumento dei prezzi del prodotto venduto.
Perché si aumentano i tassi per combattere l’aumento dei prezzi?
Come detto, negli USA l’inflazione è causata dalla forte crescita economica: un aumento dei tassi di interesse ha come obiettivo quello di raffreddare l’economia rendendo più oneroso l’indebitamento. Minori finanziamenti, avranno come conseguenza quella di ridurre gli investimenti e i consumi sia di aziende che di privati. La minore domanda dovrebbe provocare una riduzione dei prezzi. In Europa invece, pur essendo di fronte ad una crescita economica normale (per non dire modesta), la BCE sta alzando i tassi di interesse. In questo caso l’obiettivo è soprattutto quello di non far scendere troppo il valore dell’Euro rispetto al Dollaro Usa.
Perché un dollaro forte, non è un bene per l’economia europea?
Se negli stati Uniti si aumentano i tassi di interesse, è anche vero che sarà più redditizio investire in titoli di stato Americani. Quindi salirà la richiesta di dollari necessari per investire in America. Questo farà scendere il valore dell’euro. Scendendo il valore dell’euro, è vero che le nostre merci avranno un prezzo più basso per l’acquirente oltre oceano, ma il prezzo dei beni importati (soprattutto il petrolio) , sarà a sua volta più oneroso. Quindi si crea inflazione “importata”: il prezzo dei beni importati aumenta non solo perché aumenta nei paesi di produzione, ma anche per effetto del cambio sfavorevole. La BCE con il suo aumento dei tassi, cerca di limitare l’apprezzamento del dollaro sostenendo l’euro e di conseguenza tentando di rallentare la crescita dei prezzi in Europa.
In conclusione, l’inflazione pone dei nuovi problemi da affrontare; soprattutto per gli investimenti. E’ necessario quindi rivolgersi ad un consulente esperto per essere seguiti in queste acque turbolente.
1 commento
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[…] di politica monetaria: se viene alzato, diventa più oneroso indebitarsi e questo provocherà un rallentamento dell’economia. Viceversa, se viene abbassato, si avrà maggiore propensione ad indebitarsi e di conseguenza […]