- 10 Aprile 2021
- Posted by: Emanuele Infriccioli
- Categories: Investimenti, Tutela patrimoniale & Passaggio generazionale
In questi ultimi tempi si aggira lo spettro di una imposta patrimoniale. Ma cosa vuol dire “patrimoniale”? Vuol dire una imposta che viene applicata sul patrimonio della persona (fisica o giuridica) a prescindere dal reddito. Può colpire beni mobili, immobili, strumenti finanziari o liquidità di conto corrente. Perché se ne parla in maniera sempre più insistente? Perché il debito accumulato in questo periodo di pandemia, si è sommato al debito pregresso e in qualche modo, prima o poi, bisognerà rimborsarlo.
Quali sono i precedenti? Si può ripetere quanto accaduto in passato?
Tutti ricordano il prelievo forzoso di Giuliano Amato, che nel 1992 (quando ero ancora uno studente universitario) applicò per decreto legge una imposta del 6 per mille sulla liquidità di conto corrente degli italiani. Dalla sera alla mattina ci si svegliò con il conto “prosciugato”. Sarebbe applicabile una simile soluzione oggi? A dicembre 2020 la liquidità nei conti degli italiani era pari a 1.348 miliardi di euro. Il trend inoltre non sembra destinato ad arrestarsi, a causa anche della incertezza sul futuro, legata alla pandemia. Se lo stato avesse bisogno di fare cassa velocemente, una riedizione del prelievo forzoso sarebbe sicuramente una strada percorribile.
Ma tanto ho le case, il conto è a zero.
Lo scorso 3 febbraio ho scritto su questo mio blog un articolo sul nuovo sistema integrato del territorio, che permetterà all’agenzia delle entrate di mappare gli immobili ai fini della corretta applicazione delle rendite catastali, la cui riforma è in rampa di lancio da tempo. La riforma delle rendite catastali, ferme dagli anni ’50, porterà ad un inasprimento delle tasse sugli immobili, proprio a prescindere dalla loro produzione di reddito. Anche questa potrebbe essere catalogata come imposta patrimoniale. Molti italiani a corto di liquidità ma con immobili di proprietà, potrebbero trovarsi senza le risorse necessarie per far fronte ad un inasprimento delle tasse sugli immobili.
Non ho case e nemmeno immobili. Hanno tutto i miei genitori
Augurando lunga vita ai genitori, rimane un problema successorio. Il patrimonio degli italiani è soprattutto in mano agli anziani e prima o poi ( si spera più poi che prima) passerà di mano ai discendenti. Ad oggi le imposte di successione che gravano su coniuge e figli, si pagano sopra la franchigia di 1 milione di euro a soggetto ed ammontano al 4%. Questa è una anomalia tutta italiana che fa del nostro paese un paradiso fiscale per le imposte di successione. Giace da tempo in parlamento, la proposta di legge 2830 per la riforma della tassa di successione. In questa proposta di legge, oltre ad abbassare le franchigie (500.000€ per coniuge e figli) si alzano le aliquote portando al 7% quella per figli e coniuge. Sicuramente un governo eletto, farebbe una cosa altamente impopolare approvando questa proposta di legge. Magari per un governo con un Presidente del Consiglio stimato in tutto il mondo, potrebbe far digerire meglio questa pillola amara.
Lo stato ha quindi diverse soluzioni a disposizione per fare cassa. Sul fatto che fare cassa sia per lo stato una necessità impellente, nessuno ha dubbi. Cosa fare quindi? Subire passivamente? Le soluzioni ci sono sempre, bisogna solo individuarle, possibilmente con l’aiuto di un bravo consulente.