- 1 Marzo 2021
- Posted by: Emanuele Infriccioli
- Categoria: Investimenti
Quando si analizzano azioni sulle quali investire, due sono le strade che si possono seguire: l’analisi tecnica e l’analisi fondamentale. In cosa consistono? L’analisi tecnica si basa sullo studio dei titoli in base all’andamento del prezzo, cercando di prevedere il momento migliore per comprare o vendere. L’analisi fondamentale tende invece ad individuare il valore intrinseco delle azioni di una società quotata, andando a comprare le azioni che si ritengono sottovalutate (prezzo di mercato inferiore al valore intrinseco) e vendendo le azioni quando il prezzo è ritenuto superiore al valore intrinseco.
Analisi tecnica; lo studio dei grafici
Come detto, l’analisi tecnica riguarda lo studio dell’andamento del prezzo di una azione, attraverso l’analisi dei grafici. Ma cosa dicono i grafici? Prima di tutto possono dire che c’è un livello di prezzo al di sotto del quale l’azione non riesce a scendere, le pressioni di acquisto e di vendita si eguagliano; questo è il supporto. La domanda del titolo è ancora forte e i venditori non riescono a prevalere. Il prezzo non riesce a scendere sotto quel livello. Se si “rompe” il supporto, vuol dire che i venditori hanno il sopravvento e probabilmente ci sono importanti novità negative su quella azienda e il prezzo è destinato a scendere.
Al contrario, la resistenza indica un prezzo che non si riesce a superare in quanto le vendite sono ancora forti e gli acquisti non sono tanti da aumentarne il prezzo. Il superamento della resistenza, indica stavolta che ci sono importanti novità positive sull’azienda e il prezzo è destinato a salire. Spesso accade che un livello di resistenza, una volta superato, diventi un nuovo supporto.
Analisi tecnica, indicatori tecnici
Tra gli indicatori tecnici, il più importante è la media mobile. E’ l’andamento medio dei prezzi rilevati in un periodo determinato. E’ detta mobile, perché calcola i rilevamenti degli ultimi giorni presi in considerazione. Ad esempio, una media mobile a 200 giorni, di giorno in giorno aggiungerà il nuovo prezzo togliendo dal calcolo il più remoto. Può essere una semplice media aritmetica (Media Mobile Semplice), oppure una media ponderata dando un peso maggiore ai dati più recenti e meno a quelli più remoti. La rottura di una media mobile può indicare variazioni di tendenza del prezzo. Ad esempio una rottura al ribasso, può indicare l’inizio di un trend in discesa.
Analisi fondamentale
A differenza dell’analisi tecnica, richiede una valutazione delle azioni basata su più dati. Si parte dall’analisi del contesto generale dell’economia per passare poi all’analisi dello specifico settore in cui opera il titolo in oggetto. Dopo questa prima fase, si passa alla analisi del bilancio e al calcolo di indici sintetici che esprimono il valore intrinseco della società per poi confrontarlo con il valore di mercato. A questo punto si può stabilire se il titolo è sottovalutato (valore intrinseco maggiore del prezzo di mercato) oppure sopravvalutato quando il prezzo è superiore al valore intrinseco.
Principali indicatori di bilancio
Dal bilancio si estrapolano degli indici che sintetizzano la capacità della società di essere solvibile e generare utili. Uno di questi è l’indice di solvibilità (debt/equity) ottenuto calcolando il rapporto tra indebitamento finanziario e patrimonio netto. Un baso indice < 0,5 segnala una impresa poco indebitata e quindi anche poco esposta a rischi di aumento dei tassi di interesse. I valori >1 invece sono livelli preoccupanti. Un altro importante indicatore è l’indice di redditività globale (ROE) dato dal rapporto tra utile e patrimonio netto. Segnala la capacità dell’azienda di produrre reddito. Se invece si vuole capire se l’azienda produce reddito solo dal core business, allora è utile un altro indicatore; l’indice di redditività della gestione caratteristica (ROI). Mettendo a confronto il ROE con il ROI, si può anche intuire su la redditività può dipendere da operazioni straordinarie che non hanno a che fare con l’attività principale dell’azienda.
Principale indicatore di mercato
Gli indicatori di bilancio devono poi essere messi a confronto con gli indicatori di mercato per capire se l’azione è sopravvalutata o sottovalutata. Il principale indicatore è il P/E che esprime il rapporto tra prezzo del titolo e utile netto per azione. Esprime sinteticamente il numero di anni necessario per ripagare l’investimento effettuato. A denominatore di questo rapporto può essere inserito l’utile relativo all’ultimo bilancio depositato, oppure l’utile previsto (P/E atteso) sicuramente più indicativo per rappresentare il prezzo corrente. In genere il P/E della singola azione viene confrontato con quello medio della categoria per capire se il titolo è sotto o sopravvalutato. Un rapporto basso indica che il titolo è sottovalutato e viceversa.
Un altro importante indicatore è il prezzo/patrimonio netto (in inglese book value), indicato come P/BV. Il patrimonio netto è dato dalla somma del capitale sociale più le riserve. Un prezzo di mercato inferiore al P/BV può indicare una sottovalutazione in quanto il prezzo è inferiore al patrimonio netto.
Mi sono soffermato sui principali indicatori di analisi tecnica e fondamentale. Su quale delle due metodologie sia più affidabile (analisi tecnica o fondamentale), vorrei citare la frase di un mio professore al Master in consulenza finanziaria che ho frequentato all’Università di Siena: “l’affidabilità dell’analisi tecnica è la stessa dell’oroscopo”. In effetti cosa farei se decidessi di entrare in società con qualcuno? Andrei a vedere se l’azienda produce utili, quanti ne produce il mercato in cui opera e quanto mi viene chiesto per entrare in società. Farei quindi l’analisi fondamentale. Ad ogni modo, vale sempre la regola di rivolgersi ad un consulente preparato e seguire sempre l’obiettivo di investimento definito in partenza.